Due motivi per cui la bocciatura a un concorso pubblico è stata annullata: un nuovo caso vinto al TAR.
Quando una bocciatura concorso pubblico è ingiusta: il caso
Ricevere una bocciatura concorso pubblico è sempre un evento destabilizzante. Ma quando la bocciatura avviene senza una motivazione comprensibile, senza criteri trasparenti e con domande fuori scala rispetto al profilo messo a bando, il danno diventa doppio: professionale e giuridico.
È proprio da un caso simile che nasce il ricorso da noi patrocinato presso il TAR Lombardia – Sezione di Brescia, in favore di una candidata disoccupata, affetta da grave invalidità psichica, che aveva partecipato a un concorso pubblico per Istruttore Assistente di Biblioteca, riservato esclusivamente a persone disabili. Puoi leggere interamente qui la sentenza se vuoi.
Dopo aver superato la prova scritta e quella informatica, la candidata è stata unica ammessa all’orale. Eppure, è stata bocciata, con un punteggio insufficiente e motivazioni generiche. Da lì è partita la nostra azione legale, sfociata in una sentenza esemplare che ha riconosciuto due vizi sostanziali della procedura.
Il TAR: una valutazione “al buio” senza criteri analitici
La prima anomalia riscontrata e accolta dal TAR riguarda la totale assenza di criteri chiari nella prova orale. La Commissione ha assegnato un voto (38/60) basandosi su giudizi come “risposta imprecisa” o “erronea”, senza indicare:
- quale parte della risposta fosse inesatta o incompleta;
- come venissero pesati i vari segmenti della prova (inglese, domande tecniche, soft skills);
- perché la parte finale del colloquio in lingua fosse giudicata negativamente.
Questa bocciatura concorso pubblico si è rivelata quindi viziata da una valutazione non intellegibile, priva di un iter logico ricostruibile. Secondo il TAR, non è sufficiente indicare un voto numerico se manca una griglia di valutazione analitica che consenta di comprendere le motivazioni sottese. La Commissione non aveva fissato criteri distinti per ciascuna delle tre componenti previste: prova in lingua, domande giuridiche, e verifica delle competenze trasversali.
Per un concorso riservato, con un solo candidato all’orale, il difetto di motivazione si è rivelato particolarmente grave. Non c’era alcuna esigenza di “economia procedimentale” che potesse giustificare un verbale tanto scarno.
Un elenco di materie sproporzionato: la seconda anomalia
Il secondo profilo di illegittimità – forse ancora più importante – riguarda l’eccessiva ampiezza delle materie indicate nel bando. Il profilo richiesto era quello di istruttore in area culturale, accessibile con diploma. Eppure, il bando includeva oltre 15 settori normativi, tra cui:
- diritto amministrativo e penale;
- codice dei contratti pubblici;
- normativa su anticorruzione, accesso civico, privacy, beni culturali, e persino giurisprudenza.
La bocciatura concorso pubblico ha finito per fondarsi su domande (ad esempio sull’annullamento d’ufficio dei provvedimenti) proprie di un giurista, non di un diplomato. Inoltre, il bando prevedeva che le disposizioni normative fossero da considerarsi “non esaustive”, lasciando intendere che l’esaminando dovesse approfondire anche tutto ciò che ruotava intorno ai testi citati, comprese le evoluzioni giurisprudenziali.
Il TAR ha definito il quadro “sproporzionato” e incompatibile con il principio di proporzionalità, poiché rendeva la preparazione della prova orale insostenibile per chi non possiede competenze accademiche avanzate.
Cosa ha stabilito il TAR: nuovi criteri per una prova più equa
Accogliendo entrambi i motivi, il TAR ha annullato la bocciatura concorso pubblico e ordinato la ripetizione della prova orale. Ma con precise prescrizioni:
- Nuova commissione: diversa da quella precedente, per garantire serenità e imparzialità;
- Criteri chiari: da fissare prima dello svolgimento della prova, suddivisi per area (inglese, diritto, competenze relazionali);
- Domande proporzionate: in linea con il profilo richiesto e il titolo di studio previsto;
- Verbale dettagliato: con indicazione di domande, risposte e motivazioni del punteggio.
Il tutto da svolgersi in un intervallo temporale compreso tra 30 e 60 giorni dalla comunicazione della sentenza.
Il messaggio chiaro del TAR: trasparenza, proporzionalità, accessibilità
La sentenza rappresenta una svolta importante per i concorsi riservati a categorie protette. Il TAR ha evidenziato che anche nel caso in cui i candidati non chiedano esplicitamente adattamenti (come previsto dall’art. 16 L. 68/99), l’Amministrazione ha comunque il dovere di rendere le prove comprensibili e proporzionate.
Una bocciatura concorso pubblico può essere legittima solo se motivata in modo trasparente, e basata su domande proporzionate all’incarico richiesto. In mancanza di queste condizioni, il giudice può – come in questo caso – annullare tutto e ordinare una nuova valutazione.
Se anche tu sei stato bocciato a un concorso, contattaci subito
Hai ricevuto un verbale concorsuale generico o contraddittorio? Le domande affrontate all’orale erano eccessive o non coerenti con il bando? Sei stato escluso senza un vero motivo?
Hai diritto a difenderti. Il nostro Studio Legale è da anni in prima linea nella tutela dei candidati esclusi o ingiustamente bocciati, con numerosi successi documentati.
Offriamo:
✅ Analisi gratuita del bando e del verbale della prova;
✅ Istanze di accesso agli atti per ottenere documenti strategici;
✅ Ricorsi personalizzati al TAR, con richiesta di sospensiva;
✅ Assistenza fino alla rinnovazione della prova o all’assunzione.
📞 Chiama ora il 345.8702992
📧 Scrivi a: info@gdlex.it
📅 Prenota la tua consulenza